mercoledì 6 gennaio 2010

San Silvestro

La sera di San Silvestro inizia con un tragico dubbio, costante accampagnatore del turista in Giappone: che ci sarà scritto sul menu?
Il primo ristorantino è promettentissimo, ma riceviamo solo un pezzettino di carne a testa. Usciamo con lo stomaco vuoto e il portafogli in lacrime.

La fame ci costringe a comprare un dango (dolcetto di riso gommoso) per strada.

Rimaniamo in zona Gion, ma per essere l'ultimo dell'anno è un deserto.

Fa freddissimo.

Spiamo i ricconi che mangiano a quattro palmenti nei ristoranti di lusso sul canale Shirakawa.

Alla fine ci fermiamo in un altro bellissimo ristorantino, dove veniamo ulteriormente spennate senza sapere che quello che abbiamo ordinato è un oden, il tipico bollito invernale, che anche negli stand allestiti attorno ai templi costa carissimo.

Prima tornare a respirare la frizzante aria di San Silvestro, rimaniamo un attimo vicino alla caratteristica stufetta che un solerte cameriere avvicina premurosamente alle nostre schiene gelate.

A Capodanno i giapponesi festeggiano nei templi, che per l'occasione assumono un aspetto più mondano del solito. Si vende di tutto, dall'oroscopo per l'anno nuovo...

...ai daruma, la bamboline beneauguranti senza occhi (si esprime un desiderio dipingendone uno, e se il desiderio si avvera si dipinge anche l'altro)...

...e non può naturalmente mancare la frutta caramellata!
Il tempio in cui siamo andate è il tempio di Gion, lo Yasaka-jinja.

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