giovedì 7 gennaio 2010

10.000 tori o forse più

Il primo giorno dell'anno è buona abitudine recarsi in un santuario scintoista, perchè iniziare l'anno senza aver comprato qualche decina di portafortuna è decisamente infausto.
Dopo aver passato l'ultimo dell'anno nel tempio buddista più amato, il primo dell'anno non potevamo sottrarci al santuario scintosita più amato.
Trattasi di Fushimi Inari, che secondo le stime ufficiali richiama due milioni e mezzo di visitatori durante i primi tre giorni dell'anno. Le volpi raffigurate all'entrata sono i messaggeri di Inari, dio del riso e del commercio, e proteggono i granai (da qui la chiave).
Due milioni e mezzo possono sembrare tantini, ma anche qui abbiamo avuto l'ennesimo conferma di quanto possa essere piacevole un bagno di folla in Giappone.
I soliti pucciosi poliziotti, che in Italia verrebbero travolti e uccisi, urlano la direzione che la folla deve tenere e agitano di tanto in tanto la spada laser d'ordinanza.
Oltre al consueto tempione, Fushimi Inari è famosa per i suoi 10.000 tori, i classici "portoni" d'ingresso dei santuari shinto.
Il percorso che parte dal tempione è lungo circa 4 km, e soprattutto in basso i tunnel sono fittissimi.
Anche qui è stata girata una famosa scena del film "Memorie di una Geisha".
Si dice che di notte la passeggiata fiocamente illuminata sia molto suggestiva.

Ma anche di giorno e circondate da migliaia di giapponesi abbiamo percepito la magica atmosfera del luogo.
Chiunque può donare un nuovo tori al santuario e ogni ditta giapponese che si rispetti è qui rappresentata (sul retro viene scritto il nome del donatore).
A un certo punto la salita si fa impervia e cominciano a spuntare i primi luoghi di sosta.
Senza riscaldamento.
Ma dopo aver chiesto a un passante quanto mancasse alla cima e avendo ottenuto come risposta un'occhiata tra l'incredulo e il canzonatorio e il criptico messaggio "ma veramente non sareste neppure a metà" anche il riscaldamento ci sembrava secondario rispetto alla fame.
Michela e mamma a quel punto ne avevano abbastanza dei tori e sono tornate indietro, io e Erica abbiamo continuato a scarpinare e abbiamo ceduto alla tentazione di comprare un toruccio portafortuna per la famiglia.
Verso la cima la folla si diradava (i negozi di portafortuna no) e finalmente abbiamo potuto sbizzarrirci nelle tipiche foto da turista.

Erica ha in mano una freccia hamaya, che si vende nei santuari all'inizio dell'anno e serve a trapassare il malcapitato demone che osasse attaccarti durante l'anno!




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