lunedì 1 febbraio 2010

l'oceano

Dopo sei ore di viaggio in bus, in cui i giapponesi si lamentano pure perchè siamo troppo rumorosi, arriviamo al nostro bellissimo albergo.
Non c'è tempo per riposare: il peschereccio per la onsen stile Indiana Jones parte subito.
Le onsen sono le terme giapponesi, che si differenziano dalle nostre perchè sono più belle (>___<), più numerose e più a buon prezzo.
La nostra escursione all'onsen del cammello costa 4 euro circa.
Solitamente nelle onsen ci sono sezioni separate per uomini e donne, ma in quelle piccoline come questa si entra tutti insieme.
Per questo motivo bisogna indossare o il costume da bagno o il tipico yukata da immersione (normalmente in una onsen si entra in costume adamitico).

Beate, Alexandra e Vanessa non hanno voluto rinunciare a fare le tradizionaliste, ma io ho subito capito che 'sto yukata era una gran fregatura. Immaginate di immergervi nell'acqua bollente vestiti, uscire dopo 5 minuti per non svenire e ritrovarvi congelati in un nanosecondo, con l'unica alternativa la subitanea reimmersione.
La belissima escursione sul Pacifico ci riempie di allegria (^.^)v
Ecco la nostra stanza vista dal peschereccio.
Ed eccoci in tutta la nostra bellezza con il tipico yukata che si indossa negli alberghi tradizionali.
Prima di cena non può mancare un'oretta di karaoke.
La bibliotega di manga dell'albergo.
Il buffet. Lo sport preferito dei giapponesi sembra essere l'assalto al sushi. Con grande fatica riesco a conquistarne qualcuno.
Un bel tè per concludere in bellezza la serata.
A mezzanotte Michael si rituffa nella onsen, questa volta in una di quelle dell'albergo (per accontentare tutti gli ospiti, di solito le vasche vengono assegnate a rotazione a uomini e donne nel corso della giornata).

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