mercoledì 9 dicembre 2009

noh way

Garasu no Kamen by Miuchi Suzue, all rights reserved
Anche oggi mi servo di "Glass no Kamen" per introdurre l'argomento del post ^0^
Come gli affezionati lettori del manga ricordano, Maya sul palcoscenico si trasforma completamente nel personaggio che interpreta, indossando la "maschera di vetro" del titolo.

Il leitmotiv di tutta l'opera non è - illuminazione della giornata - un'invenzione della Miuchi-sensei, ma affonda le sue radici in una forma di spettacolo unica al mondo, il teatro Noh.

Domenica assisteremo a due rappresentazioni e - dato che un pezzo Noh non è una passeggiata - lunedì siamo stati invitati al teatro Kawamura dove abbiamo ricevuto una speciale visita guidata.
Il Noh è una delle forme teatrali più antiche al mondo, attestata già nel 14. secolo. E' una fusione di danza, canto e recitazione codificata in maniera molto rigida. La lingua utilizzata è giapponese antico e l'accompagnamento musicale piuttosto alieno ai nostri gusti occidentali. Sembra che anche non pochi giapponesi si addormentino nel corso delle rappresentazioni (la nostra durerà 4 ore!).

Gli attori principali indossano cinque tipi di maschere (divinità, guerriero, donna, pazza, demone), che sono loro stesse delle divinità. Nel momento in cui le indossa, l'attore non è più un essere umano, ma si cala completamente nella parte interpretata. Le maschere mostrateci dalla nostra guida hanno circa 600 anni, si tramandano di generazione in generazione e sono dotate di grande forza spirituale. Le copie realizzate al giorno d'oggi invece lasciano molto a desiderare, sempre a detta della nostra guida, attore di Noh da 50 anni.

Un attore di Noh impiega una trentina d'anni per cogliere il vero senso del Noh.
Difficile che noi in 4 ore riusciamo a raggiungere una forma di comprensione superiore.

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