La rigida stuttura organizzativa della Doshisha vuole che tutto si svolga in 4 ore: 2 di preparazione e 2 di divertimento controllato.
Alcune volonterose coordinate dalla generalessa dei biscotti si sono quindi entusiasticamente messe all'opera con decorazioni apparse magicamente dal nulla.
Come si può notare è stato determinante il contributo degli uomini presenti.
Il cartellone di benvenuto.
Alla festa, oltre a noi 13 corsisti, erano presenti anche le famiglie ospitanti, che sono state esplicitamente invitate a offrire un contributo mangereccio. Sopra il trio slavo capitanato da Mirella scruta con circospezione le pietanze.
Michael, Corine e Beate con simpatico giapponese.
Come si può notare è stato determinante il contributo degli uomini presenti.
Il cartellone di benvenuto.
Alla festa, oltre a noi 13 corsisti, erano presenti anche le famiglie ospitanti, che sono state esplicitamente invitate a offrire un contributo mangereccio. Sopra il trio slavo capitanato da Mirella scruta con circospezione le pietanze.
Michael, Corine e Beate con simpatico giapponese.
Il Gluehwein (tristemente scarso) ha contribuito a rallegrare l'atmosfera.
Appunto.
Il clou della serata è stato un fuori programma concertato dalla diabolica organizzazione. Ciascuno di noi - poche ore prima della festa -ha ricevuto un foglietto con un brano del racconto di Natale in giapponese.
Con grandissima gioia e scarsa preparazione ci siamo quindi esibiti davanti al pubblico pronto a immortalarci.
I sopravvissuti. Che poi hanno dovuto esibirsi anche in tre brani natalizi.
La serata è stata così riuscita che abbiamo sforato di 20 minuti. Naturalmente abbiamo dovuto smontare tutto, pulire e scomparire velocemente. Il guardiano notturno ci controllava già minaccioso (non erano neppure le 9 di sera....).
Per la foto sopra un grazie a Isabell!
Che carini!Tutti belli sorridenti, come a una festa scolastica.
RispondiEliminaMa anche i giapponesi bevono il Gluehwein?