La sera di San Silvestro inizia con un tragico dubbio, costante accampagnatore del turista in Giappone: che ci sarà scritto sul menu?
Il primo ristorantino è promettentissimo, ma riceviamo solo un pezzettino di carne a testa. Usciamo con lo stomaco vuoto e il portafogli in lacrime.
La fame ci costringe a comprare un dango (dolcetto di riso gommoso) per strada.
Il primo ristorantino è promettentissimo, ma riceviamo solo un pezzettino di carne a testa. Usciamo con lo stomaco vuoto e il portafogli in lacrime.
La fame ci costringe a comprare un dango (dolcetto di riso gommoso) per strada.
Rimaniamo in zona Gion, ma per essere l'ultimo dell'anno è un deserto.
Fa freddissimo.
Spiamo i ricconi che mangiano a quattro palmenti nei ristoranti di lusso sul canale Shirakawa.
Alla fine ci fermiamo in un altro bellissimo ristorantino, dove veniamo ulteriormente spennate senza sapere che quello che abbiamo ordinato è un oden, il tipico bollito invernale, che anche negli stand allestiti attorno ai templi costa carissimo.
Prima tornare a respirare la frizzante aria di San Silvestro, rimaniamo un attimo vicino alla caratteristica stufetta che un solerte cameriere avvicina premurosamente alle nostre schiene gelate.
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